A vent'anni dal terrore
Al termine di un'estenuante stagione, la Lazio cominciava il minitorneo di spareggi per evitare la serie C. Era il 27 giugno 1987, e i biancocelesti avevano patito, l'estate prima, le pene dell'inferno. Nello scandalo delle scommesse-due era stata retrocessa, la Lazio, per responsabilità oggettiva: Vinazzani faceva parte della ganga, non c'erano partite truccate che riguardassero la Lazio ma la sanzione fu tremenda lo stesso. La CAF resuscitò poi la Lazio all'ultimo secondo. In B ma con nove punti di penalizzazione. S'era appena insediata la nuova proprietà, raccattati i libri dal tribunale fallimentare. I fratelli Calleri, col socio romanista Bocchi, non potevano partire peggio. Fascetti tenne unita la truppa e riuscì a rimanere a galla in un campionato micidiale. Dopo 38 partite, tra la prima classificata e la diciannovesima c'erano appena tredici punti di distacco... La Lazio acciuffò con il famoso gol di Fiorini gli spareggi. Era il 21 giugno. Il 27 in campo al San Paolo di Napoli, con carovana di macchine sull'autostrada e sconfitta atroce contro il Taranto: un gol di De Vitis, c'è chi lo ricorda in fuorigioco, a metà del secondo tempo. Lo sconforto più nero e la C a un passo. Taranto-Campobasso da giocare, in attesa della seconda gara, contro i molisani, per agguantare la salvezza. Mi ricordo la sensazione d'impotenza e di desolazione alla fine della partita. Ma anche la convinzione intima (figlia dell'incoscienza del tifoso) che non sarebbe finita con la retrocessione. E intanto i contratti erano in scadenza al 30 giugno e non si sapeva chi avrebbe giocato e come: era un altro calcio. Quando si rimpiange quella stagione mi viene da ridere: quella Lazio era poca cosa, come valore tecnico, anche se raccontava delle belle storie. Qualcuna ce la ricorderemo qui sopra.
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