Doppio brodo e passa la paura
Fare il brodo è facile. Non ci vuole niente. Io piazzo un mare di roba in una pentola (un pezzo di manzo, delle ossa con un po' di nervetti e il midollo, una cipolla piccola, un porro, una carota, un paio di coste di sedano, qualche grano di pepe, qualche chiodo di garofano) la copro d'acqua e la lascio borbottare lì un paio d'ore. A parte i dieci minuti che ci vogliono per preparare la roba, la fatica è tutta qui. Mi piace forte, poi ci faccio i tortellini o il risotto. Stasera, per smaltire le delusioni degli ultimi giorni, abbiamo preparato una cena un po' demodé, ma cazzarola: terrine de lièvre su tartine, brodo de manzo chii tortellini alla chianina (insomma, credevo meglio, il tortello, ma il brodo era ottimo) e poi lesso con le salse e le patate, un bello chardonnay fresco fresco, fragole, gelato, moscadello e ciao. Che vuoi farci? Niente TV, che è tutta una faccia a culo, tra quelli tronfi che hanno vinto e quelli livorosi che hanno perso. Poi lasciamo perdere le ghigne elette alle cariche istituzionali. Il Chelsea per di più mi batte il Liverpool che è l'unica squadra per cui avrei tifato un pochetto, insomma, non c'è gusto. Per giunta ero talmente impicciato al lavoro che non ho potuto sbirciare le dichiarazioni dei redditi e mi sono accorto della cosa solo quando era tornata off-limits. Stasera ho scoperto che Grillo se l'è presa, forse non voleva si sapesse del fottìo di soldi che guadagna, e che i fedeli l'hanno un po' beccato. Tutti i falsi profeti fanno una brutta fine, non c'è da meravigliarsi e infatti. Intanto a Roma parte la tolleranza zero di Alemanno, ma dall'Ara Pacis. La prendiamo alla lontana, via. Mi aspetto i primi editoriali critici piovere sul nuovo sindaco: per ora ne ho letti soltanto di trionfali. Sarà che per abitudine e affetto ancora leggo Epolis.
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