legalize it
Si fa un gran parlare di legalità e di razzismo, in giro, a proposito dell'Italia, dell'informazione italiana, dei reati commessi da immigrati messi in evidenza rispetto a quelli di produzione propria e altri qualunquismi assortiti. Uno fra tutti, Beppe Grillo, nel suo blog-quaderno del santone demagogo che diventa ogni giorno peggiore e che di proposito non linko. Quello che sommessamente annoto è che se si continua a dire dàlli al negher da una parte e a stracciarsi le vesti a ogni tentativo di distinguo dall'altra, non se ne esce. A destra si pensa di essere gli unici depositari e difensori della legalità, a sinistra sollevare il problema è tabu e basta. Questo fa il gioco di chi vuole appiattire la discussione, aumentare il contrasto, azzerare le sfumature. Il livello di conflittualità è fuori controllo. Il desiderio di legalità non trova soddisfazione nella discussione, è importante invece informare e fornire gli strumenti per distinguere. Se non lo si fa, il razzismo da mucchio l'avrà vinta. Quando si fa in tanti il tiro al piccione su qualcuno, succede anche che chi non è interessato alla questione aggiunga la sua palata di merda, per semplice inerzia. Negare il problema della legalità da legalizzare, minimizzarlo come questione secondaria, attribuirne le cause agli extracomunitari o all'avversario politico non è mettersi dalla parte della soluzione. Ci sono molte altre vie, oltre a innalzare forche e/o a demolire le galere. Intanto Chiamparino parla di punire chi fa uso di droga, e la bussola impazzisce. Non si sa bene chi sta dove e perché. E sulla droga se ne sa troppo poco, per essere un problema sul tavolo da quarant'anni.
E' che bisognerebbe prendersi a cuore qualche questione in più, mi sa.
1 commento:
"E sulla droga se ne sa troppo poco, per essere un problema sul tavolo da quarant'anni."
sottoscrivo.
Stefano
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