Totò, Peppino, Bertinotti e i lavavetri
Bertinotti interviene sommessamente sulla questione dei lavavetri. Dubita (giustamente) della severità che si usa a danno dei più deboli e preferirebbe che la tolleranza zero fosse nei confronti del racket. Applausi, ma anche sottolineatura dell'ovvietà. E andiamo avanti a ragionare per paradossi. Fatte le dovute proporzioni, è come dire che i piccoli spacciatori vanno perseguiti blandamente e che si deve, invece, inseguire i pesci grossi. Credo che si tratti di dichiarazioni che servono a ridelimitare il proprio territorio e che siano perfettamente inutili, nel senso che non portano alcun contributo alla soluzione dei problemi. Pure, si tratta di interventi richiesti, dichiarazioni che vengono "pescate" direttamente da chi fa domande in cerca di risposte, come quella del giornalista che chiede al giocatore della Roma se preferisce la Lazio qualificata o eliminata. Fa abbastanza specie l'ipocrisia di fondo di molti operatori. Mi ricordo molti giornali, alcuni dei quali decisamente politically correct, fare ricorso a un linguaggio spesso inappropriato a proposito di ambulanti: i vu cumprà e i vu lavà che identificano pezzi di popolazione che vivono ai margini e sono spesso strumento e bersaglio della delinquenza e che assumono più o meno importanza a seconda delle posizioni post-ideologiche di chi è protagonista della discussione.
Aggiornamento: blitz dei vigili urbani a Roma contro commercio ambulante, parcheggiatori abusivi, schiamazzi e molestie, accattonaggio e mendicita' infantile, attivita' di lavavetri. Il tutto senza provvedimenti nuovi, ma a partite dalle norme disponibili.