Gli Appennini non finiscono mai
Da Bagno di Romagna a Città di Castello, passando per il Montefeltro con l'orrido di San Leo, PennaBilli del cinema (le vite degli altri, con tanto di guasto e audio marziano verso la metà, e la gente che chiamava Marioooo perché rimediasse) e del Dalai Lama, e Urbino bellissima e sassi, Sassi, crescia e vino bianco, la Muta di Raffaello, l'Ostia profanata di Paolo Uccello e gli scrosci di pioggia del pomeriggio tardi e le golacce a Scheggia, e Gubbio. Il destino ci incrociava a Sarsina: per fortuna gli appennini non finiscono mai. Le ferie, invece, sì.
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