Ambiguità e piazza
"Non credo che il corteo di oggi sia contro Prodi e nemmeno contro Veltroni. Però i due sono dei moderati, mentre oggi la massa di popolo vuole un cambiamento profondo e di sostanza. Quanto più si rafforzerà questo movimento tanto più Prodi potrà fare qualcosa di buono".
Queste parole le ha dette Pietro Ingrao. Leggendo in giro è tutto un coro di esortazioni (a cominciare da Giordano) al governo ad andare avanti con l'attuazione del programma. Tutto molto bello, costruttivo, democratico. Quello che non si spiega è il livore che si percepisce in giro, e che risulta chiaro a leggere siti e blog dove si esprimono persone che hanno manifestato, a me sembra, a partire da uno stato d'animo meno benevolo verso Prodi e il suo governo. Insomma, si continua a percepire una forte critica distruttiva da parte della base dell'autoproclamata unica sinistra italiana, che marcia verso la costituente della cosa rossa con all'ordine del giorno la sostanza, innanzitutto. Tipo eliminare falce e martello dai simboli. Insomma, niente di nuovo sotto il sole: ambiguità e demagogia, insieme al desiderio di riunire ciò che in più circostanze si è provveduto a frammentare. Quelli che hanno "usato" una manifestazione dagli alti scopi dichiarati per insolentire CGIL, Prodi e compagnia erano stati avvertiti? Oppure, magari, se li sono inventati i giornali...
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