30 agosto 2007

Totò, Peppino, Bertinotti e i lavavetri


Bertinotti interviene sommessamente sulla questione dei lavavetri. Dubita (giustamente) della severità che si usa a danno dei più deboli e preferirebbe che la tolleranza zero fosse nei confronti del racket. Applausi, ma anche sottolineatura dell'ovvietà. E andiamo avanti a ragionare per paradossi. Fatte le dovute proporzioni, è come dire che i piccoli spacciatori vanno perseguiti blandamente e che si deve, invece, inseguire i pesci grossi. Credo che si tratti di dichiarazioni che servono a ridelimitare il proprio territorio e che siano perfettamente inutili, nel senso che non portano alcun contributo alla soluzione dei problemi. Pure, si tratta di interventi richiesti, dichiarazioni che vengono "pescate" direttamente da chi fa domande in cerca di risposte, come quella del giornalista che chiede al giocatore della Roma se preferisce la Lazio qualificata o eliminata. Fa abbastanza specie l'ipocrisia di fondo di molti operatori. Mi ricordo molti giornali, alcuni dei quali decisamente politically correct, fare ricorso a un linguaggio spesso inappropriato a proposito di ambulanti: i vu cumprà e i vu lavà che identificano pezzi di popolazione che vivono ai margini e sono spesso strumento e bersaglio della delinquenza e che assumono più o meno importanza a seconda delle posizioni post-ideologiche di chi è protagonista della discussione.


Aggiornamento: blitz dei vigili urbani a Roma contro commercio ambulante, parcheggiatori abusivi, schiamazzi e molestie, accattonaggio e mendicita' infantile, attivita' di lavavetri. Il tutto senza provvedimenti nuovi, ma a partite dalle norme disponibili.

27 agosto 2007

Tifosi

Leggevo l'altro giorno su Repubblica dell'ennesima indagine che contorna il fenomeno-tifoso. Sono più quelli colti di quelli ignoranti, perlomeno tra quelli più assidui. E questo è normale, se pensiamo che la maggioranza è composta da under 25 che, per forza di cose, hanno un livello d'istruzione medio più alto. Non è che la cosa regali, però, al tifoso medio una capacità critica maggiore, o anche semplicemente un contegno più responsabile o un atteggiamento più ironico. Il tifoso medio risponde a modelli precisi, e sono tutti negativi, non se ne salva uno. Il tifoso è antisportivo, piagnone, becero, campanilista con debordamenti razzisti, sessisti e truci. Ovviamente si tratta di una generalizzazione e di un pregiudizio (d'altra parte il tifoso medio vive di generalizzazioni e di pregiudizi), e poi si dovrebbe approfondire operando dei distinguo, perché la tradizione orienta i comportamenti e c'è un contegno-standard molto diverso tra tifosi e tifosi (un romanista, un fiorentino, un laziale, uno juventino, eccetera, hanno comportamenti di base molto diversi pur rispondendo a un modello comune). Il problema con i tifosi è che sono (siamo) terribilmente noiosi, in generale e in particolare quando combattono con una qualche acerrima rivale. Così succedono cose incresciose, faide interminabili, spaccature del pelo strappacoglioni, sindromi d'accerchiamento, analisi pretenziose, elargizione/negazione/ritiro di patenti d'ogni sorta. Se si ragiona all'interno di gruppi organizzati, la fa da padrone l'autoreferenzialità. Se ci si trova alle prese con situazioni tipo calciopoli si passa poi il segno della normale faziosità: ho visto gente chiedere con la bava alla bocca la cancellazione della Juventus oppure, dalla barricata contraria, la santificazione di Moggi. Il tutto senza uno straccio di ritegno. Perché il tifo, in fondo, è proprio una malattia. Detto questo, domani c'è la Champions e Forza Lazio...

23 agosto 2007

Gli Appennini non finiscono mai

Da Bagno di Romagna a Città di Castello, passando per il Montefeltro con l'orrido di San Leo, PennaBilli del cinema (le vite degli altri, con tanto di guasto e audio marziano verso la metà, e la gente che chiamava Marioooo perché rimediasse) e del Dalai Lama, e Urbino bellissima e sassi, Sassi, crescia e vino bianco, la Muta di Raffaello, l'Ostia profanata di Paolo Uccello e gli scrosci di pioggia del pomeriggio tardi e le golacce a Scheggia, e Gubbio. Il destino ci incrociava a Sarsina: per fortuna gli appennini non finiscono mai. Le ferie, invece, sì.

5 agosto 2007

Compiti per le vacanze


Stiamo preparando i bagagli per la partenza, in un delirio da ultimo giorno di scuola. Staremo al mare solo qualche giorno, ma intanto ritornano alla mente i tempi in cui si facevano i propositi per l'anno nuovo: farò i compiti tutti i giorni e roba del genere. Torneremo per il Palio e per lanciarci appresso a qualche esplorazione di fineferie. Nel frattempo i nuovi matrimoni sono alle porte, e i vecchi cadono con fragore. La vita. La crema l'abbiamo comprata, noi bianchicci. Ho indosso la maglia da uligano, forse la metterò al preliminare di Champions, forse no. Ma intanto la paletta e il secchiello sono pronti e andiamo al mare alla spiaggia del cinghiale. Buone vacanze.

3 agosto 2007

SPF (sindrome preferie)

C'è qualche cosa nell'aria, ogni volta, il giorno che si va in ferie. Qualcosa che scatena i più selvaggi istinti dei rompicoglioni. Sanno che per settimane dovranno limitarsi ad ammorbare l'aria a casa loro. Allora sfogano tutta l'inquietudine, come farebbe un fumatore sapendo che dopo aver gettato l'ultima cicca non avrà da accendersene una per chissà quanto. Gli prende male. E' comprensibile. E' anche vero che da stasera staranno a diversi passi dal culo, con tutti i loro incredimail del cazzo...

2 agosto 2007

E ci manchi. Sempre

L'alieno petomane e la top 25 anni 80

Venticinque pezzi degli anni 80. Per descriverli e salvarsi dall'alieno petomane. Ecco i miei. Quelli che mi vengono in mente. Senza alcun ordine.

Town called malice - The Jam
Rock the Casbah - The Clash
Golden brown - The Stranglers
Steppin'out - Joe Jackson
John Coltrane stereo blues - Dream Syndicate (video porno di Richard Kern)
Where the streets have no name - U2
New gold dream - Simple minds
More than this - Roxy music
The one I love - REM
Happy hour - Housemartins
My ever changin' moods - Style council
Road to nowhere - Talking heads
Fiesta - The Pogues
Shake it up - The cars
Kiss - Prince
Gone daddy gone - Violent femmes
Mexican radio - Wall of voodoo
Greetings to the new brunette - Billy Bragg
Keep on keeping on - The Redskins
Red rain - Peter Gabriel
Don't box me in - Stan Ridgway
Every breath you take - Police
Standing in the rain - Husker du (il video è di could you be the one, che sta sempre su Warehouse)
Never understand - Jesus and Mary chain
Girl U want - Devo

(ma è stata dura lasciarne fuori tanti)
Non sono proprio "singoli-anni-80", ma sono i miei.

Bologna, 2 agosto

Quando successe avevo diciassette anni. Mi ricordo che ero stato a correre, mi allenavo regolarmente a quei tempi. Rimasi interdetto, lo disse il giornale radio, mi ricordo bene un'immagine mia, ero in piedi sulla porta di casa, guardai fuori verso una fontana, sulla piazzetta del mio solito paese di villeggiatura. Un po' torna sempre, la sorpresa. E l'incapacità di raccontarsi quello che era successo, stando da qualche parte seduti a rimuginare, nei momenti in cui i pensieri affiorano da soli e si sta lì a rimetterli a posto. E' un pensiero che di andare a posto non ne vuol sapere. Le immagini che ho negli occhi di quel giorno: l'orologio e la fontana che guardavo, pensando che ottantacinque andavano alla stazione e non sono tornati più a casa.

1 agosto 2007

Il deserto tosconapoletano

C'è chi racconta che a camminare a piedi per le zone desertiche che vanno dall'Osmannoro a Plato si possono avere miraggi e fare incontri inconsueti. Copertoni come leoni, rotatorie che guidano al nulla prese d'assalto da carovane di TIR selvaggiamente dediti all'immissione da destra a manetta e senza guardare se e chi sopraggiunge, torme di motociclisti che segnano tacche sul serbatoio per ogni sorpasso eseguito con annesso taglio di strada in piega, da destra a sinistra o viceversa, con doppio zig zag e, nei casi più fortunati, pinna. La densità di capannoni è soverchiante, e si scommette se gira più merce qui o a Napoli che c'è il porto e quanta che sta qui arriva da lì. Di Napoli il caos, le buche, in certi passaggi la puzza. Vicino, la città è un sogno assediato dai cantieri, bruciato dai dardi del sole, spezzato dall'ammucchio quasimetropolitano. Che certo, se si guidasse un po' meglio...