31 marzo 2007

kandinsky

Sì, un'immagine di Kandinsky, di lui, del pittore. Una foto di lui e non un quadro. Per i dipinti e per i libri che ha scritto. Anche lui è appeso nel mio Wall of fame.

L'orrore di vivere

30 marzo 2007

Google docs & spreadsheets

Insomma, c'è questa fantastica versione beta (Google documenti e fogli di lavoro) che consente di elaborare testi e fogli elettronici come se si usasse l'Office della Microsoft o l'OpenOffice. Il tutto gratis, con due giga di spazio disponibile per l'archiviazione e con un insieme già sufficiente di funzioni attive, che rende possibile l'elaborazione dei documenti più semplici, almeno. In più si lavora facilmente in gruppo sullo stesso documento, lo si può scaricare in locale e salvare con i formati più importanti, e si può importare un documento elaborato in locale sul proprio pc. A parte le perplessità (insert paranoia: sarà il caso di fidarsi così ciecamente di Google, e continuare ad affidargli quantità ingenti di dati personali?), è una comodità assoluta. Se ne parla più in profondità sul Blog del disinformatico Paolo Attivissimo.

nuclear attack

Le conseguenze di un attacco nucleare sulle maggiori città americane sarebbero (ovviamente) catastrofiche. L'hanno detto i ricercatori del CMADD, Center for Mass Destruction Defense.
Hanno simulato l'attacco su Atlanta, New York City, Washington e Chicago, concludendo con una stima: cinque milioni di morti nella sola area di NYC. Non so se tremare. Queste cose poi innescano le psicosi degli americani, con tutto quel che segue.
Comunque grattomi vigorosamente.
Roland Piquepaille ne parla su smart mobs e regala qualche dettaglio in più sul suo blog, e ancora su ZDNet.

29 marzo 2007

Routine


Insomma, era tutta una questione di routine che dovevano cambiare. Non c'è niente di più difficile, in un ufficio. Il burocrate ha sempre altro da fare, altro a cui pensare, altro con cui impiegare il poco tempo. E poi si è fatto sempre così. Lo smanettone ha agito solo, in preda alla curiosità da quadrumane. Ha sottratto tempo alla routine e si è sentito colpevole per questo. Ha girellato col cursore per 1-2-3 Lotus cercando, cercando. Cercando. E' questo, in fondo, è tutto qua, il fossato. Divide chi ha cercato da chi no. Da chi non aveva tempo, e poi io che ci ho da fà, con quei cosi. Che se manca la corrente siete tutti persi. Smidollati.

Post (office)


Qui c'è il vecchio Bukowski, un altro che si deve ricordare per forza. Qui c'è un bel sito in italiano su di lui. Ne parlano, tra i tantissimi, qui.
Mugnolo, invece, posta una citazione. Dovrei trovare in giro una roba che avevo scritto, in passato, appena posso la cerco. Intanto, Buk è appeso al mio Wall of fame.

Sexuality

Autoaiuto

Non c'è tempo, stamattina. La metropoli impone ritmi vertiginosi e riflussi gastropallici. Le notizie grandinano, troppe. Io leggo qui che esiste un GAAG - gruppo di autoaiuto per ascoltatori dei Genesis. Il che mi sembra una cosa lodevole.

28 marzo 2007

subway

Wall of fame

Warden un po' esagera, e appende al suo wall of fame un sacco di immagini importanti. io preferisco fare un po' alla volta. Cominciando da Joe Strummer, pefforz.

Citizen j

qui KCNN declina i principi del Citizen Journalism.
Sottotitolo: Ethics builds trust and credibility.
Non c'è bisogno di tradurre.
Se ne parla molto in giro, più di quanto uno non possa leggere. Perché nel delirio della grandinata di blog che arrivano da ogni dove, il problema è la ridondanza degli stimoli. Forse, non dell'informazione. Nel senso che arriva da una parte o dall'altra, ma arriva, e forse in questo caso l'eccesso di stimolo non fa sparire il contenuto.
A patto di staccare il culo dalla sedia e farsi un giro a riflettere, possibilmente in silenzio.
Il punto l'abbiamo messo, magari ci torniamo. Poi.

flublog

Ci sono in giro un sacco di blog influentissimi.
Un tempo si pensava che tenere un blog servisse perlopiù a trombare e a dare voce all'ego, o a svuotare l'archivio delle carabattole.
Clicca qua e clicca là, mi sembra che ci si agiti molto. Poi bisogna vedere se vale la pena seguire e leggere.
Comunque terrò traccia delle mie navigazioni, almeno come promemoria personale, prima di andarmi a segnalibrare in giro.

Stamattina ho visto:

brodo primordiale

imho
mauro lupi
akille

su imho ci torno sopra appena posso.

27 marzo 2007

seoul



E' tutta una roba di motivazioni. Voglio dire, eravamo passati al 286, e in pausa pranzo c'era questo videogioco sulle olimpiadi di Seoul. E ci sfidavamo sui quattroacca. E c'era tutto per fare un tempone, c'era il ritmo da tenere con la tastiera, l'ostacolo da staccare a tempo, il crono da tenere a tiro. Partimmo. Sulla curva cercai il ritmo buono, tap tap tap, si correva usando le frecce, tap tap. E poi zomp con la spaziatrice. Taptaptap e zomp, era come se fossero i tredici passi tredici, era come correre fianco a fianco con Edwin. Spaventarlo con la propria presenza, fargli sentire che non c'era cedimento, anzi. Che si poteva incrementare. Taptaptap e zomp, l'ultima curva, poi la paura di cadere sull'ultima barriera. La certezza di averlo staccato, Edwin HA MOLLATO, CAZZO! Moses ha mollato, ALEEEEE'
Traguardo.
Oro.
World Record. 43:43. Tre secondi e 59 in meno. Un fenomeno.
Capii che il computer poteva discretamente cambiarmi la vita, visto che suonavo le canzoni dei Clash e trombavo alla grande Moses sui quattroacca.
Poi presi un 386.

splendid isolation


"Talvolta, quando starai facendo qualcosa di semplice in casa / magarai penserai a me e sorriderai / sai che sono legato a te come i bottoni di una blusa / tienimi nel tuo cuore per un po'".

Ogni tanto ti penso, e ti tengo nel mio cuore per un po'.
Oggi ho scoperto che sei nato lo stesso giorno di Giorgio Chinaglia...
E lasciamo stare che è meglio.

24 marzo 2007

rebel waltz


C'era il DOS. Insomma, il video era monocromatico, ci stava questo cursore che diceva c:\>, ed era un inizio. Un foglio bianco da riempire. C'erano un sacco di comandi possibili, solo che uno non li sapeva, e si avvicinava esitante, col foglietto in mano, riscrivendo stringhe senza senso apparente, che ammettevano all'apertura di ambienti che si chiamavano directory. Dentro c'erano dei nomi di documenti, quelli con certe estensioni eseguivano qualcosa. Una delle prime cose che imparavi era scrivere dir, che ti mostrava il contenuto di c:. Insomma, era affascinante, come imparare a parlare con un pezzo di ferro. O insegnare a parlare a un pezzo di ferro. C'era il Basic, poi. L'aveva scritto Bill Gates, nientemeno. Ed era un linguaggio di programmazione, che faceva tante cose. Una volta presi un libro in ufficio, era un manuale di Basic. Il mio sogno era stato sempre quello di imparare a suonare qualcosa, non ho mai imparato in nessun modo. In un certo senso il Basic suonava: c'erano dei comandi che facevano emettere suoni al computer. Mi misi lì una sera, con un cadavere di 286 che avevo a casa, e composi la mia prima e unica canzone. Non era mia, però, era dei Clash. Era questa.

treni

23 marzo 2007

making flippy floppy



La prima volta che ho udito (o letto) il termine tecnico-specialistico floppy non sapevo che cosa fossero i floppy disk. Nemmeno i Talking Heads, credo, si riferissero ai dischetti, ma mettere in mezzo i Talking Heads è cosa buona e giusta, e dunque. Perché parlare di floppy quando i floppy spariscono dalla circolazione? Perché sì. Nel senso che i floppy disk hanno rappresentato gioia e dannazione per eserciti di forzati del pc da ufficio. Hanno custodito dati di inestimabile valore, non sempre bene. Si sono facilmente danneggiati, smagnetizzati (per quanto nessuno sappia davvero che cosa voglia dire) e hanno vissuto veri e propri momenti di gloria. Come quando in pochissimi detenevano le arcane formule per formattarli, a singola o a doppia faccia che fosse. Ti guardavano digitare quei quattro parametri magici e facevano: "se ce provo io, comincia er conto alla rovescia pell'autodistruzzione". Groan.

zatopek


(zatopek)

22 marzo 2007

panciolle

alfabetizzazione informatica

Non si può cominciare come a scuola, dal bit e dal byte, ché qui si deve cercare di ragionare diversamente e di fare a capirsi. Io non credo esista qualcuno che non ha imparato da solo a usare un computer. Una barriera all’alfabetizzazione informatica, probabilmente, è proprio legata ai programmi di alfabetizzazione informatica. A certi corsi, o che. Non so. Io vorrei buttarla sul ridere. Mi ricordo la prima volta che ho acceso un computer, era il 2 marzo 1987 (lo ricordo perché coincide con la mia prima assunzione). Era un cubo della NCR, doppio floppy da 5 pollici e un quarto flessibile. Un foglio di carta con i comandi da digitare in Dos, e nessun posto dove andare.
Ci ho messo due anni, a venirne fuori. Il che fa di me un totano, dal punto di vista della brillantezza informatica.

20 marzo 2007

time is tight

19 marzo 2007

16 marzo 2007

prima

pomus

Lo cita lei, e io offro tributo. Alzate il volume

cavalli

15 marzo 2007

preHowe

L'Ora di Palermo, 19/1/2001

Carl Lewis lo prese in braccio da piccolo, e gli predisse che sarebbe stato il primo uomo al mondo a volare oltre i nove metri. Tommie Smith è uno dei suoi padrini. Sua madre, Renée Felton, era campionessa e primatista americana dei 100 metri ostacoli: stiamo forse parlando del nuovo grande “crack” della velocità americana? Ebbene no! Andrew Howe Besozzi, quindici anni, è la grande speranza dell’atletica italiana. Approdato a Rieti, dopo il matrimonio della madre con Ugo Besozzi, il ragazzo coltiva la passione per l’atletica, che ha sempre respirato a pieni polmoni, seguendo la madre al campo d’allenamento del mitico Santa Monica Track Club. E oggi esegue, con la naturale coordinazione dei campioni, i suoi strabilianti esercizi di apprendista fenomeno: a Fano è atterrato, in un giorno di pioggia, a 7,52 metri nel salto in lungo, spazzando via il record italiano cadetti. Ma ha già portato a casa i record dei 150 m (16”3), dei 300 ostacoli (38” netti, con tredici passi tra gli ostacoli ad eccezione dell’ultimo), del salto triplo (15,10 mt) e del salto in alto (2,06 metri, senza alcuna tecnica di rincorsa) e del tetrathlon (3344 punti). Se pensiamo che a 15 anni Lewis non superava i sette metri, e Sotomayor ne saltava appena un paio, e parliamo di due talenti assai precoci dell’atletica moderna, c’è da rimanere sbalorditi. Ma Andrew non sembra aver altro segreto che la dote naturale: tesserato per la CaRiRieti, storico club scopritore di tanti talenti, si allena soltanto tre volte a settimana, agli ordini della madre e non ha certo ancora iniziato ad effettuare i pesanti lavori tipici dei supercampioni. Ha rinunciato, nonostante la passione per la Lazio campione d’Italia, a tentare la fortuna nel calcio, sebbene fosse stato notato dagli osservatori dell’Empoli giocando all’ala destra nelle file del Rieti, segnando peraltro gol a grappoli. Ma già a scuola ogni competizione lo vedeva prevalere, senza difficoltà, si trattasse di campestri, mezzofondo o velocità. Andrew ha le idee chiare: il suo obiettivo per l’anno venturo è quello di balzare oltre gli otto metri, ma gli piacerebbe anche correre forte i 400 ostacoli, e i 100, e i 200, e saltare in alto alla grande. Un talento purissimo e poliedrico, questo ragazzo di origine caraibica, che speriamo non venga fagocitato dal famelico circo dell’atletica, che sta per salutare il ritiro di Michael Johnson e ha bisogno di campioni per rilanciarsi. Soprattutto in Italia, dopo i deprimenti risultati di Sidney. E Andrew, sicuramente, avrà già puntati su di lui i famelici occhi di chi cerca fenomeni in giro per il mondo. Il fatto di essere seguito da sua madre, che conosce profondamente il mondo della grande atletica, ci rende ottimisti: nessun traguardo è negato a chi vive lo sport con la gioia e l’ingenuità dei 15 anni. La speranza è quella di rivederlo un giorno sui palcoscenici più importanti, a mantenere la promessa che fa, orgoglioso, fin d’ora: quella di vincere, da atleta pulito, e di battere chi fa uso di doping. Potrebbe aiutarlo, crescendo, il fratellino Jeremy, di 5 anni. Noi li aspettiamo.

14 marzo 2007

Il grande palindromo

9691 ,EDNA' D NILUOM UA
CEREP SEGROEG



Trace l'inégal palindrome. Neige. Bagatelle, dira Hercule. Le brut repentir, cet écrit né Perec. L'arc lu pèse trop, lis à vice-versa.
Perte. Cerise d'une vérité banale, le Malstrom, Alep, mort édulcoré, crêpe porté de ce désir brisé d'un iota. Livre si aboli, tes sacres ont éreinté, cor cruel, nos albatros. Être las, autel bâti, miette vice-versa du jeu que fit, nacré, médical, le sélénite relaps, ellipsoïdal.
Ivre il bat, la turbine bat, l'isolé me ravale : le verre si obéi du Pernod -- eh, port su ! -- obsédante sonate teintée d'ivresse.
Ce rêve se mit -- peste ! -- à blaguer. Beh ! L'art sec n'a si peu qu'algèbre s'élabore de l'or évalué. Idiome étiré, hésite, bâtard replié, l'os nu. Si, à la gêne secrète verbe nul à l'instar de cinq occis--, rets amincis, drailles inégales, il, avatar espacé, caresse ce noir Belzebuth, ô il offensé, tire !
L'écho fit (à désert) : Salut, sang, robe et été.
Fièvres.
Adam, rauque; il écrit : Abrupt ogre, eh, cercueil, l'avenir tu, effilé, génial à la rue (murmure sud eu ne tire vaseline séparée; l'épeire gelée rode : Hep, mortel ?) lia ta balafre native.
Litige. Regagner (et ne m'…).
Ressac. Il frémit, se sape, na ! Eh, cavale! Timide, il nia ce sursaut.

Hasard repu, tel, le magicien à morte me lit. Un ignare le rapsode, lacs ému, mixa, mêla :
Hep, Oceano Nox, ô, béchamel azur ! Éjaculer ! Topaze !
Le cèdre, malabar faible, Arsinoë le macule, mante ivre, glauque, pis, l'air atone (sic). Art sournois : si, médicinale, l'autre glace (Melba ?) l'un ? N'alertai ni pollen (retêter : gercé, repu, denté…) ni tobacco.
Tu, désir, brio rimé, eh, prolixe nécrophore, tu ferres l'avenir velu, ocre, cromant-né ?
Rage, l'ara. Veuglaire. Sedan, tes elzévirs t'obsèdent. Romain ? Exact. Et Nemrod selle ses Samson !
Et nier téocalli ?
Cave canem (car ce nu trop minois -- rembuscade d'éruptives à babil -- admonesta, fil accru, Têtebleu ! qu'Ariane évitât net.
Attention, ébénier factice, ressorti du réel. Ci-gît. Alpaga, gnôme, le héros se lamente, trompé, chocolat : ce laid totem, ord, nil aplati, rituel biscornu; ce sacré bédeau (quel bât ce Jésus!). Palace piégé, Torpédo drue si à fellah tôt ne peut ni le Big à ruer bezef.
L'eugéniste en rut consuma d'art son épi d'éolienne ici rot (eh… rut ?). Toi, d'idem gin, élèvera, élu, bifocal, l'ithos et notre pathos à la hauteur de sec salamalec ?
Élucider. Ion éclaté : Elle ? Tenu. Etna but (item mal famé), degré vide, julep : macédoine d'axiomes, sac semé d'École, véniel, ah, le verbe enivré (ne sucer ni arrêter, eh ça jamais !) lu n'abolira le hasard ?
Nu, ottoman à écho, l'art su, oh, tara zéro, belle Deborah, ô, sacre ! Pute, vertubleu, qualité si vertu à la part tarifé (décalitres ?) et nul n'a lu trop s'il séria de ce basilic Iseut.

Il a prié bonzes, Samaritain, Tora, vilains monstres (idolâtre DNA en sus) rêvés, évaporés :
Arbalète (bètes) en noce du Tell ivre-mort, émeri tu : O, trapu à elfe, il lie l'os, il lia jérémiade lucide. Petard! Rate ta reinette, bigleur cruel, non à ce lot ! Si, farcis-toi dito le coeur !
Lied à monstre velu, ange ni bête, sec à pseudo délire : Tsarine (sellée, là), Cid, Arétin, abruti de Ninive, Déjanire..
Le Phenix, eve de sables, écarté, ne peut égarer racines radiales en mana : l'Oubli, fétiche en argile.
Foudre.
Prix : Ile de la Gorgone en roc, et, ô, Licorne écartelée,
Sirène, rumb à bannir à ma (Red n'osa) niére de mimosa :
Paysage d'Ourcq ocre sous ive d'écale;
Volcan. Roc : tarot célé du Père.
Livres.
Silène bavard, replié sur sa nullité (nu à je) belge : ipséité banale. L' (eh, ça !) hydromel à ri, psaltérion. Errée Lorelei…
Fi ! Marmelade déviré d'Aladine. D'or, Noël : crèche (l'an ici taverne gelée dès bol…) à santon givré, fi !, culé de l'âne vairon.
Lapalisse élu, gnoses sans orgueil (écru, sale, sec). Saluts : angiome. T'es si crâneur !

*
* *

Rue. Narcisse ! Témoignas-tu ! l'ascèse, là, sur ce lieu gros, nasses ongulées…
S'il a pal, noria vénale de Lucifer, vignot nasal (obsédée, le genre vaticinal), eh, Cercle, on rode, nid à la dérive, Dédale (M.. !) ramifié ?
Le rôle erre, noir, et la spirale mord, y hache l'élan abêti : Espiègle (béjaune) Till : un as rusé.
Il perdra. Va bene.
Lis, servile repu d'électorat, cornac, Lovelace. De visu, oser ?
Coq cru, ô, Degas, y'a pas, ô mime, de rein à sonder : à marin nabab, murène risée.
Le trace en roc, ilote cornéen.
O, grog, ale d'elixir perdu, ô, feligrane! Eh, cité, fil bu !
ô ! l'anamnèse, lai d'arsenic, arrérage tué, pénétra ce sel-base de Vexin. Eh, pèlerin à (Je : devin inédit) urbanité radicale (elle s'en ira…), stérile, dodu.
Espaces (été biné ? gnaule ?) verts.
Nomade, il rue, ocelot. Idiot-sic rafistolé : canon ! Leur cruel gibet te niera, têtard raté, pédicule d'aimé rejailli.
Soleil lie, fléau, partout ire (Métro, Mer, Ville…) tu déconnes. Été : bètel à brasero. Pavese versus Neandertal ! O, diserts noms ni à Livarot ni à Tir ! Amassez.
N'obéir.
Pali, tu es ici : lis abécédaires, lis portulan : l'un te sert-il ? à ce défi rattrapa l'autre ? Vise-t-il auquel but rêvé tu perças ?
Oh, arobe d'ellébore, Zarathoustra! L'ohcéan à mot (Toundra ? Sahel ?) à ri : Lob à nul si à ma jachère, terrain récusé, nervi, née brève l'haleine véloce de mes casse-moix à (Déni, ô !) décampé.
Lu, je diverge de ma flamme titubante : une telle (étal, ce noir édicule cela mal) ascèse drue tua, ha, l'As.
Oh, taper ! Tontes ! Oh, tillac, ô, fibule à rêve l'Énigme (d'idiot tu) rhétoricienne.
Il, Oedipe, Nostradamus nocturne et, si né Guelfe, zébreur à Gibelin tué (pentothal ?), le faiseur d'ode protège.
Ipéca… : lapsus.
Eject à bleu qu'aède berça sec. Un roc si bleu ! Tir. ital. : palindrome tôt dialectal. Oc ? Oh, cep mort et né, mal essoré, hélé. Mon gag aplati gicle. Érudit rosse-récit, ça freine, benoit, net.
Ta tentative en air auquel bète, turc, califat se (nom d'Ali-Baba !) sévit, pure de -- d'ac ? -- submersion importune, crac, menace, vacilla, co-étreinte…

Nos masses, elles dorment ? Etc… Axé ni à mort-né des bots. Rivez ! Les Etna de Serial-Guevara l'égarent. N'amorcer coulevrine.
Valser. Refuter.
Oh, porc en exil (Orphée), miroir brisé du toc cabotin et né du Perec : Regret éternel. L'opiniâtre. L'annulable.
Mec, Alger tua l'élan ici démission. Ru ostracisé, notarial, si peu qu'Alger, Viet-Nam (élu caméléon !), Israël, Biafra, bal à merde : celez, apôtre Luc à Jéruzalem, ah ce boxon! On à écopé, ha, le maximum !

Escale d'os, pare le rang inutile. Métromane ici gamelle, tu perdras. Ah, tu as rusé! Cain! Lied imité la vache (à ne pas estimer) (flic assermenté, rengagé) régit.
Il évita, nerf à la bataille trompé.
Hé, dorée, l'Égérie pelée rape, sénile, sa vérité nue du sérum : rumeur à la laine, gel, if, feutrine, val, lieu-créche, ergot, pur, Bâtir ce lieu qu'Armada serve : if étété, éborgnas-tu l'astre sédatif ?
Oh, célérités ! Nef ! Folie ! Oh, tubez ! Le brio ne cessera, ce cap sera ta valise; l'âge : ni sel-liard (sic) ni master-(sic)-coq, ni cédrats, ni la lune brève. Tercé, sénégalais, un soleil perdra ta bétise héritée (Moi-Dieu, la vérole!)



Déroba le serbe glauque, pis, ancestral, hébreu (Galba et Septime-Sévère). Cesser, vidé et nié. Tetanos. Etna dès boustrophédon répudié. Boiser. Révèle l'avare mélo, s'il t'a béni, brutal tablier vil. Adios. Pilles, pale rétine, le sel, l'acide mercanti. Feu que Judas rêve, civette imitable, tu as alerté, sort à blason, leur croc. Et nier et n'oser. Casse-t-il, ô, baiser vil ? à toi, nu désir brisé, décédé, trope percé, roc lu. Détrompe la. Morts : l'Ame, l'Élan abêti, revenu. Désire ce trépas rêvé : Ci va ! S'il porte, sépulcral, ce repentir, cet écrit ne perturbe le lucre : Haridelle, ta gabegie ne mord ni la plage ni l'écart.

Georges Perec
Au Moulin d'Andé, 1969

positively 4th street

13 marzo 2007

egyptian reggae

12 marzo 2007

Ferry Bob

Nel lavoro di Dylan c'è moltissima gioia, una sorta di humour contagioso... e tutto questo è vita, vita vera. Ho sempre apprezzato molto questo atteggiamento: ci sono band che hanno soltanto un tipo di canzone, un unico atteggiamento, e questo è noioso, non trova? Un unico ritmo... Invece Dylan rappresenta tutto per tutti, un po' come Picasso. Picasso ha dipinto quadri molto scuri e cupi, ma ne ha fatti anche molti altri nei quali c'è un'esplosione di vita, e poi ha fatto ceramica, cose divertenti di tutti i tipi. Penso che questo sia molto più interessante, per quanto mi riguarda.
(brian ferry)

5 marzo 2007

Andrew Howe

2 marzo 2007

Radio Clandestina

1 marzo 2007

hit the city

Prigione
















francesco cocco - prisons
una mostra sulle carceri italiane

fino al 30/3/2007
sala santa rita
via montanara 8
roma