24 luglio 2007

Ohiku

Acqua di Coop
Calda da far schifo
E niente doccia

22 luglio 2007

Italia Wave, tra l'Ikea e il west


Il caldo dell'Osmannoro era insopportabile, ieri pomeriggio. Sembrava di rimanere invischiati in un abisso d'asfalto disciolto, i miraggi a distrarci mentre zampettavamo dal parcheggio dell'Ikea al ristoro dell'aria condizionata e dell'aranciata diaccia del bar che mi si metteva sullo stomaco. Due trappole comprate, ironizzando sul salame di renna, poi ci buttiamo nella canicola. Si va a Italia Wave, Love Festival. Un parcheggio rimediato, i vigili già rassegnati a filtrare la masnada di shoshoni, lo stradone chiuso che lo fai a piedi e ti sfila sulla sinistra il panorama desolato di una zona industriale abbandonata e degli edifici fatiscenti che la sera si riempiono di occhi stanchi in cerca di riparo. Muri sbrecciati, lontano si vede il filo di fumo di un fuochetto acceso, qualcuno che si prepara qualcosa da mangiare. Si arriva nel luogo della kermesse, c'è la perquisizione sommaria, la gente che sciama, chi sta buttato per terra e dorme, cinesi che guardano curiosi, alcuni si organizzano per fronteggiare le zanzare, bloggers smanettano nel box di wavecamp ma ci saranno altre occasioni per conoscerli. In testa ho il pensiero fisso del giornale che chiude e lascia tanti amici a terra, e intanto mi guardo intorno e vedo la birra a cinque euro come i panini col pane surgelato e le piadine allo squacquarone, i cessi inavvicinabili, il campeggio-lager. Oltre ai rutti dei Leningrad e alle stracche bancarelline che vendono paccottiglia, ci scappa di vedere la Baca e l'Orchestra di Piazza Vittorio che si meriterebbe una platea più partecipe, alla fine. Invece i ragazzi se ne vanno di corsa sotto al palco centrale, dove fa tintinnare le catene la ghigna di Vinicio Capossela, amico di tante serate, lui sullo stereo, io sul divano. Me ne vado, che è tardi e non mi regge la pompa come una volta, con lui che si abbatte sulla folla come un uragano. Penso a quelli che mi collassavano intorno, al tipo che molestava una che lo ha gentilmente allontanato, all'atmosfera da apocalisse che in un certo senso si respira. In un altro senso prevale la voglia di divertirsi, che è meglio. Ce ne andiamo che soffia un filo d'aria. In macchina c'era ancora del tè, ma fa schifo. Radio Virgin passa delle cagate spacciandole per nuove. Stamattina ho scoperto che intanto è morta Caterina Bueno.

19 luglio 2007

Outing: io e Harry Potter

Mi rendo conto che quello che sto per dire potrebbe essere usato contro di me. So che questa cosa non fa di me una persona frequentabile, apprezzabile, stimabile, includibile, eccetera. So che magari qualcuno, leggendo, penserà all'oscurità in cui mi dibatto. Ma non posso più tacere: io non so niente di Harry Potter. Più precisamente, non ho mai visto un fotogramma di film o letto una riga di libro di e su Harry Potter. Ovviamente non posso fare a meno di conoscerne la faccia e di sapere a grandi linee di che si tratta. Avevo questa cosa che mi pesava sulla coscienza. L'ho detta. Mi sento meglio.

17 luglio 2007

Dell'incomunicabilità: i commerciali TIM

- Riiing
- Pronto
- Buonasera ssono xxxxx yyyyy, commerciàààleeee della tìììm, parlooo con il tiiitolareeeeh?
- Buonasera, dica pure a me
- No, volevo direeeeh noi diamo la possibilità di fare contrattiii per la telefonia mobile a tariffeeee vantaggiose, non soò se vinterèssssaaaa
- Guardi, abbiamo già un contratto con TIM
- ah! Ma allora è vecchioooù?
- Mah, certo ha diversi anni
- E nonvìnteressa migliorare le tariffe?
- No, è che...
- Forse nonèilmomento? Vuòlecherichiamidopo?
- No, è che...
- Nonvìnterèssa risparmiare? Possiamo abbassare i prezzi
- No, è che abbiamo già un commerciale TIM
- Ah, allora non v'interessa vedere se si pòssono avere tarìffe piùbasse, okkei, no perché noi
- eh
- allora arrivederci
- arrivederci

16 luglio 2007

Chi guida non beve. Anche altri non dovrebbero, ma


Sinceramente non so a chi la toglierei, la birra. Il problema sarà sicuramente l'alcolismo diffuso e la disko, ma vorrei capire perché mai ieri pomeriggio, mentre guidavo in coda dietro a una vecchietta su una strada tuttacurve dalle parti dell'Amiata, ho dovuto assistere in sequenza a un paio di sorpassi, uno di una BMW e uno di un SUV, che hanno scavalcato la fila impegnando la curva alla cieca contromano. E vorrei sapere se tra questo atteggiamento e il motociclista riverso dentro a una cunetta di un paio di chilometri dopo c'è relazione, per tacere di quello che facevano altri bei tomi più giù lungo la Cassia. Erano le sette di sera e non le cinque del mattino, non si usciva dalla disco, semmai si tornava dal mare o che, non erano teenagers ma automobilisti medi. No, perché uno dei grossi problemi di questo paese è che ad affrontare i problemi ci vanno quelli che sbagliano analisi, gli stessi che le coltellate fra ultras che vuoi che siano. Oh, poi è anche troppo ovvio che chi guida non beve. Lo dicono gli esperti...

12 luglio 2007

Giufà

Era nel mio libro di lettura delle elementari di non so che classe, Giufà, e mi colpiva il nome e quel senso di bizzarro e di semplice che avevano le storie apparecchiate per i nani di sette-otto anni, a farli imparare a maneggiare gli strumenti dell'italiano. Leggi e scrivi, Giufà se l'è portato via il tempo, fino a che il vento non l'ha restituito tra racconti di Nasruddin e letture di Ascanio Celestini, che è un grande e ha ripreso parecchie cose di Giufà su Cecafumo, che è un gran bel libro e già che ci sono me lo vado pure a rileggere. C'è chi dice che Giufà sia un po' matto, chi pensa sia intelligente e capace di leggere le prove cui la vita lo sottopone. Non lo so ma Giufà è l'eco del racconto orale, è roba che non marcisce e resiste da secoli perché è quello che ha fatto viaggare le mille madrelingue fino a noi, che cerchiamo di comprimerle in forzature anche necessarie ma che ne distruggono la ricchezza dei suoni e delle immagini. Storie vecchie come il mondo, quelle di Giufà. In giro per il web ce ne sono tante e non sto qui a postarne nessuna. Riprendo invece la descrizione di Giufà che sta su Wikipedia, versione in siciliano. Non tanto per quello che dice, piuttosto per il suono meraviglioso che si sente nelle orecchie a leggerla.

Giufà è lu prutagonista di cunta pupulari siciliani di orìggini àrabba. Tanticchia babbu, ni cummina di tutti li culura, ma quasi sempri ci finisci bona, senza chi si nni renni cuntu. Di caràttiri sèmplici, ingenû, vivi ogni jornu comu ci càpita, pigghiannu la jurnata comu veni.

Storia
Lu stissu pirsunaggiu cu li stessi storî, si trova nta àutri tradizzioni pupulari dî paisi dû meditirraniu. Si chiama Djeha in Algeria e in Maroccu, Goha in Eggittu, Nasreddine Hodja in Turchìa, uguali in Calabbria, Giaffah in Sardigna, Gihane a Malta.... e ancora Giucca in Tuscana, Giucà in Albanìa, Turlulè in Trentinu, Noodles ntê paisi anglosàssuni.

Giufà nti la littiratura
Na trascrizzioni in sicilianu di sti cunta si pò truvari nti Fiabe, novelle e racconti popolari sicilani di Giuseppi Pitrè. Puru Italu Calvinu in Fiabe italiane ripigghiau certi cunta di Giufà dû libbru di Pitrè.

Ci torniamo, su Giufà.

9 luglio 2007

parole

Parlare non è necessario.
Scrivere lo è ancora meno.
(Tullio De Mauro)

3 luglio 2007

Alinghi, vento in Coppa


5-2 e secondo trionfo in Coppa America. Ernesto Bertarelli brinda e medita: è ora di comprare la Lazio?
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E STO A SCHERZA'...