21 ottobre 2007

Contro il precariato dei sogni

Riflettendo cinque minuti sull'enorme regresso di garanzie comportato dal ricorso alla flessibilità per migliorare la situazione dell'occupazione in Italia, va detto che in parte il regresso è dipeso dall'uso distorto che molti "beneficiari" (mi riferisco ai datori di lavoro) hanno fatto di quel pacchetto di norme, messo insieme con finalità probabilmente diverse da quelle che si sono realmente raggiunte. Il che riguarda, ovviamente, anche il Pacchetto Treu che della Legge 30 è il progenitore sfigato. Ciò detto, non mi pare che ci sia stato progresso nemmeno nelle rivendicazioni, da parte della piazza. Forse ci si rimodula al ribasso, visti i tempi bui. Come si fa con una piazza che rivendica il diritto della gente a vivere di espedienti e senza speranza per il futuro, o peggio vittime di discriminazione razziale? Chi gli spiega che volare alto e chiedere la luna significa attestarsi ben oltre con le rivendicazioni? Che la casa non è di chi è in grado di prendersela alla faccia della Legge? Che il lavoro è un diritto, e che lavare i vetri ai semafori non è un lavoro? Una volta essere di sinistra significava aspirare a un livello di vita migliore per le parti più deboli della società, oggi sembra che si lotti per farle restare nella melma in cui si trovano.

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